La lattoferrina, una proteina presente nel latte materno e in altre secrezioni corporee, si sta rivelando un’arma promettente nella prevenzione delle infezioni respiratorie nei bambini. Un recente lavoro che ha analizzato 25 studi attraverso una revisione sistematica con metanalisi, ha portato alla luce alcune evidenze di efficacia che meritano attenzione (1).
Questa glicoproteina, nota per le sue proprietà antibatteriche, antivirali e immunomodulanti, è stata oggetto di studi approfonditi, soprattutto nei primi anni di vita. Nei cinque studi pediatrici inclusi nella revisione, che hanno coinvolto un totale di 882 bambini, la lattoferrina è stata somministrata attraverso formule arricchite a dosaggi variabili tra 35 e 833 mg al giorno. I risultati suggeriscono che questa proteina può ridurre l’infiammazione sistemica e l’incidenza delle infezioni respiratorie nei bambini, mentre non sono stati rilevati effetti significativi negli adulti.
Tuttavia, non tutto è così semplice. Un’analisi più dettagliata rivela che uno degli studi pediatrici inclusi è stato giudicato a rischio elevato di bias per dati mancanti, e l’eterogeneità dei risultati è alta, con un indice I² pari all’86%. Ciò significa che i dati attualmente disponibili non sono ancora sufficientemente solidi per raccomandare l’uso sistematico della lattoferrina nella pratica clinica pediatrica.
Eppure, le basi biologiche per il suo utilizzo sono solide. La lattoferrina agisce sequestrando il ferro necessario alla proliferazione batterica, modulando la risposta immunitaria e mostrando un effetto antivirale limitando l’ingresso dei virus nelle cellule. È, in sostanza, un “guardiano naturale” che può rafforzare il sistema immunitario dei più piccoli in un momento cruciale per il loro sviluppo.
Gli autori della revisione sottolineano la necessità di ulteriori studi di alta qualità per comprendere meglio le potenzialità di questa proteina, determinare il dosaggio ottimale e identificare le popolazioni pediatriche che potrebbero trarne maggiore beneficio. Rimane ancora da chiarire, ad esempio, come i diversi dosaggi influenzino l’efficacia e quale sia il ruolo delle condizioni ambientali o genetiche nei risultati osservati.
In questo contesto, vale la pena ricordare le parole del compianto Prof. Panizon, che in un articolo pubblicato su Medico e Bambino ormai qualche anno fa (31 gennaio 2007, pp. 41-42) sottolineava come un pediatra che decidesse di utilizzare un integratore o un immunostimolante in situazioni di alta ricorrenza di patologie respiratorie non commettesse una sciocchezza. Infatti, l’utilizzo di un’integrazione con prodotti contenenti lattoferrina, caratterizzati da un ottimo profilo di sicurezza, un costo contenuto e una probabile efficacia, rispecchia le indicazioni generiche di una buona pratica clinica.
La scienza ci invita, tuttavia, a mantenere un equilibrio tra entusiasmo e prudenza. La lattoferrina rappresenta una prospettiva interessante, ma il suo impiego deve essere sempre contestualizzato nella pratica clinica e basato sulle evidenze più aggiornate. Questo significa considerare attentamente il singolo paziente, il contesto epidemiologico e la necessità di personalizzare gli interventi.
In attesa di studi più robusti che definiscano con maggiore precisione i dosaggi ottimali e le modalità di somministrazione, la lattoferrina rimane un’opzione concreta per supportare la salute dei più piccoli, specialmente in situazioni di particolare vulnerabilità. È un esempio di come la ricerca scientifica, unita a una buona pratica clinica, possa aprire nuove strade per migliorare la qualità della vita dei bambini e delle loro famiglie.
Materiale riservato alla classe medica, vietata la distribuzione o l’esposizione al pubblico – Cod. RESJ-2025-003
Bibliografia
- Berthon BS, Williams LM, Williams EJ, et al. Effect of Lactoferrin Supplementation on Inflammation, Immune Function, and Prevention of Respiratory Tract Infections in Humans: A Systematic Review and Meta-analysis. Adv Nutr. 2022 Oct 2;13(5):1799-1819.
La lattoferrina, una proteina presente nel latte materno e in altre secrezioni corporee, si sta rivelando un’arma promettente nella prevenzione delle infezioni respiratorie nei bambini. Un recente lavoro che ha analizzato 25 studi attraverso una revisione sistematica con metanalisi, ha portato alla luce alcune evidenze di efficacia che meritano attenzione (1).
Questa glicoproteina, nota per le sue proprietà antibatteriche, antivirali e immunomodulanti, è stata oggetto di studi approfonditi, soprattutto nei primi anni di vita. Nei cinque studi pediatrici inclusi nella revisione, che hanno coinvolto un totale di 882 bambini, la lattoferrina è stata somministrata attraverso formule arricchite a dosaggi variabili tra 35 e 833 mg al giorno. I risultati suggeriscono che questa proteina può ridurre l’infiammazione sistemica e l’incidenza delle infezioni respiratorie nei bambini, mentre non sono stati rilevati effetti significativi negli adulti.
Tuttavia, non tutto è così semplice. Un’analisi più dettagliata rivela che uno degli studi pediatrici inclusi è stato giudicato a rischio elevato di bias per dati mancanti, e l’eterogeneità dei risultati è alta, con un indice I² pari all’86%. Ciò significa che i dati attualmente disponibili non sono ancora sufficientemente solidi per raccomandare l’uso sistematico della lattoferrina nella pratica clinica pediatrica.
Eppure, le basi biologiche per il suo utilizzo sono solide. La lattoferrina agisce sequestrando il ferro necessario alla proliferazione batterica, modulando la risposta immunitaria e mostrando un effetto antivirale limitando l’ingresso dei virus nelle cellule. È, in sostanza, un “guardiano naturale” che può rafforzare il sistema immunitario dei più piccoli in un momento cruciale per il loro sviluppo.
Gli autori della revisione sottolineano la necessità di ulteriori studi di alta qualità per comprendere meglio le potenzialità di questa proteina, determinare il dosaggio ottimale e identificare le popolazioni pediatriche che potrebbero trarne maggiore beneficio. Rimane ancora da chiarire, ad esempio, come i diversi dosaggi influenzino l’efficacia e quale sia il ruolo delle condizioni ambientali o genetiche nei risultati osservati.
In questo contesto, vale la pena ricordare le parole del compianto Prof. Panizon, che in un articolo pubblicato su Medico e Bambino ormai qualche anno fa (31 gennaio 2007, pp. 41-42) sottolineava come un pediatra che decidesse di utilizzare un integratore o un immunostimolante in situazioni di alta ricorrenza di patologie respiratorie non commettesse una sciocchezza. Infatti, l’utilizzo di un’integrazione con prodotti contenenti lattoferrina, caratterizzati da un ottimo profilo di sicurezza, un costo contenuto e una probabile efficacia, rispecchia le indicazioni generiche di una buona pratica clinica.
La scienza ci invita, tuttavia, a mantenere un equilibrio tra entusiasmo e prudenza. La lattoferrina rappresenta una prospettiva interessante, ma il suo impiego deve essere sempre contestualizzato nella pratica clinica e basato sulle evidenze più aggiornate. Questo significa considerare attentamente il singolo paziente, il contesto epidemiologico e la necessità di personalizzare gli interventi.
In attesa di studi più robusti che definiscano con maggiore precisione i dosaggi ottimali e le modalità di somministrazione, la lattoferrina rimane un’opzione concreta per supportare la salute dei più piccoli, specialmente in situazioni di particolare vulnerabilità. È un esempio di come la ricerca scientifica, unita a una buona pratica clinica, possa aprire nuove strade per migliorare la qualità della vita dei bambini e delle loro famiglie.
Materiale riservato alla classe medica, vietata la distribuzione o l’esposizione al pubblico – Cod. RESJ-2025-003
Bibliografia
- Berthon BS, Williams LM, Williams EJ, et al. Effect of Lactoferrin Supplementation on Inflammation, Immune Function, and Prevention of Respiratory Tract Infections in Humans: A Systematic Review and Meta-analysis. Adv Nutr. 2022 Oct 2;13(5):1799-1819.